Max Mandel. Sguardi di Luce
Dal 2 al 21 luglio 2025, gli spazi istituzionali di Palazzo Lombardia a Milano ospitano una ricca e articolata retrospettiva dedicata al fotografo Max Mandel, a cura di Giovanni Gazzaneo. La mostra, dal titolo “Max Mandel. Sguardi di Luce”, è promossa dalla Fondazione Crocevia con Fondazione La Rocca, in collaborazione con la Regione Lombardia, e rappresenta un’occasione unica per ripercorrere quarant’anni di attività fotografica, dal 1985 al 2025, attraverso centoventi immagini che restituiscono un mondo fatto di viaggi, incontri, architetture, paesaggi e dettagli del quotidiano.
Un percorso in sei sezioni per raccontare la luce e la realtà
La mostra si sviluppa in sei sezioni tematiche, ognuna delle quali riflette una delle sfaccettature della poetica visiva di Mandel:
Sguardi di luce: qui la luce diventa materia stessa dell’immagine. Gli scatti, raccolti tra Europa, Medio Oriente e Asia, trasformano dettagli minimi in visioni quasi astratte: pareti, ombre, fiori in vasca, aerei di carta nella Galleria Vittorio Emanuele. Istanti: una selezione di fotografie scattate tra il 2016 e il 2018 con il cellulare, a testimonianza di una quotidianità osservata con occhio curioso e immediato. Incontri: sezione dedicata alle persone, all’umanità colta nei suoi gesti più semplici ma profondi. Lo spazio dentro: lo sguardo si sofferma sulle architetture, sulle linee e i volumi che costruiscono il senso degli spazi abitati. Forme senza tempo: protagonista qui è la scultura, colta nella sua relazione con la luce e il contesto. L’altra metà del lavoro: intensa serie di ritratti in bianco e nero dedicati al lavoro femminile. Le donne ritratte si offrono al dialogo con il fotografo attraverso oggetti e simboli legati alla propria attività.
Lo sguardo discreto e poetico di Max Mandel
Il curatore Giovanni Gazzaneo definisce lo sguardo di Mandel come “mosso dalla passione della bellezza del quotidiano”. Una visione capace di andare oltre la superficie per coglierne l’essenza più profonda, quella che si manifesta nella luce di uno sguardo, nella vibrazione di un gesto.
Una poetica che, come osserva Stefano Zuffi, può evocare la delicatezza di un haiku giapponese o le acque increspate di Monet, mentre Arnoldo Mosca Mondadori sottolinea la capacità di Mandel di “scomparire un attimo prima dello scatto”, per lasciare spazio al mondo, in un gesto di silenziosa generosità.
Per Santo Versace, nelle immagini di Mandel si percepisce “l’amore per le persone che incontra, per i luoghi che vede, per le cose del quotidiano che accoglie così come si offrono”. Un atteggiamento che traspare in ogni scatto, che si tratti di un ritratto, di un paesaggio urbano o di un dettaglio architettonico.
La fotografa e scrittrice Laura Leonelli descrive la fotografia di Mandel come un attraversamento, più che una visione: un modo di accogliere il mondo nella sua materia viva, luminosa e imperfetta.
Il celebre Henri Cartier-Bresson, tra i maestri della fotografia del Novecento, ha affermato: «Max Mandel è un occhio: sa vedere. È scoprire un mondo nuovo, e un’opera d’arte assoluta, che è al tempo stesso una particella autentica della nostra vita quotidiana».
Una carriera tra arte, documentazione e ricerca
Max Mandel, nato a Milano nel 1959, ha costruito nel tempo un linguaggio fotografico personale, frutto di viaggi in Europa, Asia e Americhe, ma anche di un’intensa attività di documentazione: tra il 1988 e il 2005 ha collaborato con lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, curando la documentazione fotografica delle campagne di scavo in Giordania.
Studioso della fotografia, con particolare attenzione al XIX secolo, ha sviluppato nel tempo numerosi progetti che si sono tradotti in raccolte tematiche: Sguardi di luce, Appunti di Viaggio, Il Tigri e l’Eufrate, Ritagli di tempo, L’altra metà del lavoro, tra gli altri.
Le sue opere sono presenti in importanti pubblicazioni e sono state esposte in sedi prestigiose in Italia e all’estero: dal Museo d’Arte Moderna di Konya (Turchia, 1986) alla Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco (Milano, 2001), dalla Zoom International Photographic Exhibition in Giappone al Museo Nazionale di Fotografia di Brescia (2005), fino al recente doppio appuntamento del 2024 a Grosseto.
Il catalogo
Ad accompagnare l’esposizione, un catalogo pubblicato da Corsiero Editore e Fondazione Crocevia, a cura di Giovanni Gazzaneo, con contributi di Henri Cartier-Bresson, Ottorino La Rocca, Laura Leonelli, Edoardo Milesi, Arnoldo Mosca Mondadori, Guido Oldani, Marco Roncalli, Davide Rondoni, Zingonia Zingone, Santo Versace, Stefano Zuffi.
Informazioni sulla mostra
Titolo: Max Mandel. Sguardi di Luce
Curatore: Giovanni Gazzaneo
Sede: Palazzo Lombardia, Piazza Città di Lombardia 1 – Milano
Date: 2 – 21 luglio 2025
Ingresso libero